mercoledì 29 dicembre 2010

Spot

E' da qualche giorno che in tv passa uno spot, che ci invita a lasciare la nostra su un forum:
http://forumnucleare.it/

Beh, io l'ho appena fatto.
E copincollo qui la mi asommaria opinione.

Sono contrario al nucleare.
Perchè?
Perchè in un paese come questo mi sembra ridicolo usare uno spot in cui si dice che “Non esistono rischi sulla sicurezza”.
Non siamo in grado di gestire della spazzatura, non siamo in grado di garantire il mantenimento di opere d’arte e di siti come Pompei. Vengono tolti fondi alla ricerca e al futuro. E mi si viene a dire che la tecnologia è sviluppata a sufficienza da poterci permettere di utilizzare l’energia nucleare.
Lo trovo un insulto alla mia intelligenza.
Prima di sbandierare l’utilità del nucleare, sarebbe lecito puntare alle risorse rinnovabili.
E’ vero, i combustibili fossili si estingueranno prima di quanto non ci si possa immaginare e noi figli del consumismo rimarremo spiazzati dalla novità.
E’ un bene puntare su energia rinnovabile.
Non mi stancherò mai di dirlo, No al nucleare.
E non mi interessa se Francia, Germania, Svizzera, Austria, Grecia, Romania, Albania, Egitto, Spagna e tutti i paesi che circondano questa penisola si attrezzino col nucleare..
Dico di no. Ed il fatto che tutti seguano una strada, non vuol dire che sia quella giusta, come un fumatore incallino di sessant’anni non deciderà di andare a fare una gara di apnea con degli allenati ventenni.

domenica 19 dicembre 2010

Suggerimenti

Esatto, su suggerimento della sorella di Ometeotl (che poi sono io), trovo necessario rettificare una cosa riguardante il mi oprecedente post.
Ho scritto che molti dei calabresi che ho conosciuto personalmente vivono quasi in un altro pianeta, non conoscendo niente della riforma, del ministro e di chicchessia di politica.
Beh, questa è la verità, a me personalmente è successo questo.. Ho conosciuto diverse persone di città diverse e sapevano niente o molto poco.
Eppure, ci sono anche molte persone che sanno, anche più di me.
E se per un breve periodo di tempo in italia ci sono stati dei sindacati che funzionavano, lo dobbiamo alle regioni del sud, dove i contadini si sono fatti ammazzare per primi dai ricchi latifondisti.
E se al nord le industrie funzionano così bene, lo devono alla manodopera del sud e agli immigrati.
Detto questo, mi ritiro, pensando al prossimo post.

giovedì 16 dicembre 2010

What God taxi driver

Ho troppe idee in testa e troppa gastrite allo stomaco.

Ad esempio, sono uscito da poco da un negozio, perché sono rimasto a secco di pantaloni, mi se ne è strappato un paio (i più comodi, ovviamente) e.. beh, si, io compro la roba quando mi serve. Ohibò, che strana tendenza, dovrei parlarne ad uno specialista, forse.

Ma torniamo ai pantaloni. Ho speso ottanta euro per due paia di jeans.

Punto primo: non sono invernali. La cosa non mi dà problemi perché io porto i soliti jeans estate ed inverno.. Ma perché a dicembre, quando la notte tocchiamo i meno cinque gradi e scendiamo ancora oltre, mi metti in vendita jeans primaverili? Perché quelli sono primaverili. Lo sento al tatto che lo sono, non sono così stupido..

Come quando andavo a comprare la tot taglia tempo fa e me la mettevo senza nessun problema. Prendevo in mano una quarantasei e wow, era bella comoda. Adesso prendo in mano una quarantasei e me la metto come braccialetto. Guardo una quarantadue e potrei tranquillamente infilarla ad una barbie.

Guardo una cinquantaquattro e la confronto con un paio di pantaloni taglia quarantotto di sette anni fa, un paio di jeans normalissimi di mia madre.. E cazzo, la cinquantaquattro è più piccola. Allora non è il mio culo che è andato moltiplicandosi a dismisura (ed avevo avuto questo dubbio, dato che passo ancora dalle porte), sono i pantaloni che di anno in anno si restringono.

E come mai le dimensioni dei jeans si riducono con andamento inversamente proporzionale alla quantità di chiappe che s’ingrossano? E soprattutto.. che scopo ha farmi credere di essere più Boiler di quanto non sia in realtà? Resterà un mistero ed io non diventerò anoressico, non c’è pericolo.

Che poi ad essere sinceri, non ho speso ottanta euro, ho speso settanta euro e novanta centesimi. Questo perché i pantaloni costano 39,95€ l’uno. A prescindere dal fatto che dieci anni fa ci se ne compravano tre paia di pantaloni a quella cifra..

Ma perché non arrotondarla?

A chi vanno quei 95 cent?

Perché proprio novantacinque?

Perché tutti continuano a chiedersi perché non arrotondano la cifra a numero pari, ma nessuno dà risposte?

Milena Gabanelli si è posta un quesito simile in ambito ortofrutticolo, qualcuno potrebbe condurre un’indagine in ambito tessile.

Ascolto You Give Love a Bad Name, ma non mi suggerisce nessuna risposta. Sarà che capisco poco o nulla di quello che BJ mi urla nell’auricolare.. Già, l’auricolare. Non che io ami usare un solo auricolare alla volta, ma qui ne funziona solo uno.

Non è per parlare di pantaloni che ho iniziato a scrivere, ma nel tempo che tentavo di buttare giù qualcosa, il mio prodotto della mente malata del grande Bill G, decideva di riavviarsi per installare chissà quale aggiornamento, permettendomi di non perdere tutto grazie al salvataggio automatico.

E mentre smoccolavo in attesa che il computer si riavviasse, sotto lo sguardo inquietato di un anziano che addentava la sua brioche, mi è caduto l’occhio sul sacchetto del negozio.

Eppure finché non ho deciso di aprire il computer, semisopraffatta dall’acido gastrico che cerco di diluire nel caffè macchiato, stavo leggendo il giornale.

Non guardo quasi più la televisione, nemmeno il telegiornale. Soltanto LA7 trasmette qualcosa d’interessante di tanto in tanto, persino Rai3 ha perso di attrattiva, se non fosse per qualche lampo geniale di qualche programma che finisce in seconda serata o dura troppo poco. Programmi Davide disarmati di fronte a Grandi Fratelli Golia più prepotenti del solito.

E a me cosa resta? Restano internet ed i quotidiani.

Internet è stupefacente, siamo d’accordo, sono internet dipendente e lo ammetto.

Ma sono anche un nostalgica amante della carta stampata (anche per questo non trovo l’IBook una così fenomenale trovata. Molto meglio una libreria a tutta parete con trecento libri, guarda Margherita Hack, che sta una favola, piuttosto che una parete vuota ed un'unica scatoletta appoggiata da una parte con trecento libri digitalizzati dentro) per cui mi fa sempre piacere sfogliare un giornale appena comprato.

Le pagine ben allineate, a volte da separare perché la macchina che le taglia incolla i bordi e quell’odore di inchiostro che ti riempie le narici quando apri anche solo la prima pagina.

Ci sono giorni in cui leggo tutto dei giornali, dal titolo ai commenti, dagli sms dei lettori ai trafiletti più stringati.

Oggi mi sono fermata come al solito in via San Gallo, prima di andare a prendere il caffè al solito bar, all’edicola. Una stanza stretta, ingombra di scaffalature in cui si vende di tutto e di più.. L’uomo dietro al banco ha passato la cinquantina, ha una singolare pettinatura un po’ a calotta, un po’ leccata. E’ rinseccolito ma non particolarmente allampanato. Barba un po’ sfatta ed un leggero difetto di pronuncia. Quando entro mi guarda, ormai sa cosa prendo, ma ogni volta aspetta che sia io a chiederglielo.

Mi infilo nello stretto negozio, lo guardo, sorrido “L’Unità..” E lui “Si”. Passa oltre il bancone, s’infila tra due scaffalature di metallo e pesca una copia del quotidiano.

“Uno e venti”

“Ecco a lei, grazie, arrivederci”

“Arrivederci.”

Uscendo leggo le locandine, come ogni volta. Tutti parlano degli scontri a Roma, degli infiltrati tra i manifestanti, delle manganellate.. Tutti tranne uno. Storco la bocca e, chiamatelo pregiudizio, ma ho idea di sapere a chi appartiene quel giornale.

Arrivo al bar, poso la roba al tavolo e chiedo un macchiato. Mi metto seduta, la tazzina a raffreddare, con il freddo che fa sono sicura che ci metterà davvero poco, apro il giornale, come da rituale leggo la vignetta per prima e mi strappa un sorriso. Un sorriso amaro, perché la satira lascia sempre l’amaro in bocca. Si tratta del Paese in cui vivi, vedere come siamo ridotti, ok può far sorridere se viene presentato nel modo giusto, ma.. Che tristezza.

Sfoglio con calma, osservando gli articoli che mi si susseguono davanti. Scontri in piazza. I manifestanti da una parte, la polizia dall’altra. Un gruppo non identificato, forse Black Block (che dal nome mi fanno tanto, troppo, KKK) attacca la polizia lanciandogli addosso roba, poi si dilegua. La polizia carica i manifestanti anziché inseguire i provocatori.

I manifestanti scappano, vengono feriti.. La polizia carica di nuovo, mentre c’è gente ancora a terra, mentre qualcuno si sta facendo medicare.

E poi spuntano le foto, che stanno girando nel web da ieri. Uomini in borghese, mescolati al “fronte” dei manifestanti, che vengono immortalati con pistola, manette e manganello alla mano.

Un gruppo di poliziotti in tenuta da assalto che circondano due manifestanti a terra e gli impediscono di scappare, limitandosi a circondarli, per cui niente da dire su questo. Se non fosse che tra gli agenti, con manganello in mano, c’è un tizio con un casco che non ha niente a che vedere con quello della polizia. E’ un casco integrale da motorino, non ha nemmeno una striscia dell’azzurro di cui dovrebbe essere integralmente coperto. Che strano..

Poi spuntano feriti, manganellati. E mi torna in mente il 2001.. E tutta la mia rabbia, molta di più di quella che una bambina di dieci anni ha di solito quando guarda il telegiornale, nel vedere la violenza inaudita delle Forze dell’ORDINE contro i manifestanti (quelli disarmati a mani in alto, quelli che si limitavano a dormire nei sacchi a pelo, quelli vessati, feriti, inseguiti, accusati. E ricordo bene cosa provai quando inquadrarono il corpo di Carlo steso a terra, in una pozza di sangue).

Poi leggo delle cariche, di un lacrimogeno sparato troppo in basso, con un ferito che è stato colpito al viso.

E penso agli anni di piombo. Così lontani eppure troppo vicini. Alla polizia corrotta, a quei pochi che cercavano di fare il loro lavoro onestamente e venivano osteggiati da colleghi e superiori.

Non cerco di fare di ogni erba un fascio al grido “poliziotti fascisti”.

Ma se mi trovassi durante una manifestazione in una morsa tra Black Block e Forze dell’ordine, non so davvero da quale delle due parti mi lancerei. Forse starei al centro, cercando di non prendermi né sprangate o coltellate, né manganellate o fumogeni. Cercherei di scappare. Cercherei di non farmi ammazzare.

E poi mi viene in mente un commento che ho letto sul blog de “il fatto quotidiano” non molto tempo fa.

C’era un sondaggio, in cui si chiedeva agli studenti che non sono scesi in piazza, il perché non siano scesi in piazza. Qualcuno ha risposto (non ricordo le parole esatte, per cui , con rammarico, riporto a grandi linee) che “Troppi nostalgici del ’68 infestano le piazze, con eskimo e kefiah la collo. Troppi inneggianti a tempi morti, passati. Troppa gente che decontestualizza facendo pressione sulla politica, anziché verso gli interessi comunitari.”

Rispondo a te, e a tutti quelli che la pensano come te.

Si, è vero.. Siamo nel 2010, sono passati quarant’anni. Ma guardati intorno.. La politica è corrotta, forse come non lo è mai stata. La libertà d’informazione è compromessa, cercano di tapparci la bocca. Troncano le ali a chi vorrebbe cambiare le cose, rendendo questo popolo ignorante, ancora più ignorante, cercando di bloccare lo sviluppo su tutti i fronti. La polizia usa la violenza contro le persone sbagliate. L’estremismo di destra, razzista, a stampo fascista, prende sempre più piede. Chi invoca il Duce, chi invoca le BR. Chi invoca una “dittatura costituzionale temporanea, per risistemare le cose. Perché è vero, il fascismo è sbagliato, ma la dittatura non deve essere fascista. E con la dittatura le cose filano”.

Grazia, Graziella e Grazie al cazzo. Con la dittatura le cose filano. Si chiama DITTATURA per un motivo.

E chi decide chi mandare a prendere le redini della situazione? Si fa un referendum per organizzare un colpo di stato? Si offrono volontari? E metti caso vinca un simpatico più o meno giovanotto di Casa Pound o di Forza Nuova..? Non voglio nemmeno pensare a cosa accadrebbe.

No, la dittatura, che sia nera o rossa, è sbagliata a priori.

La Francia quanto ci ha messo per fare la Rivoluzione?

Qui ci siamo trascinati come un pezzo di carta igienica attaccata alla suola la divisione in Ducati e Regni quando il resto d’Europa era bello diviso.

E poi.. Unità? La vogliamo chiamare unità? All’estremo nord odiano tutto e tutti, bramano di tornare ad essere spartiti a Germania o Austria o Francia. Poco più sotto vogliono fare uno stato autonomo. In mezzo allo stivale ci sono due punticini del cazzo che si autodefiniscono Extraterritoriali non si sa su che base (anzi, si sa benissimo su che base, e la cosa mi fa ancora di più incazzare). Poi inizia la linea immaginaria (ultimamente è più una linea gotica di immondizia) che delinea il “SUD”. Che se ogni discarica delle regioni attigue si prendesse un piccolo tot di spazzatura a testa, il problema sarebbe risolto, almeno in fase temporanea (ma guai, “la spazzatura dei terroni se la devono gestire da soli”. E poi se siamo italiani, se troviamo una toppa temporanea tenuta insieme con sputo e polvere, diventa definitiva in automatico). Andando ancora più in basso non si sa quasi niente delle regioni.. Almeno, io non so quasi niente e loro sembrano non sapere granchè di noi. Dalla Calabria un esercito si chiede perché ci siano le manifestazioni, di cosa parli la riforma e chi sia la “Germini.. Gelmini.. Gemini..?” (ed ho avuto il “piacere” di conoscere diversi. Non tutti, ci tengo a precisarlo). Le isole fanno quasi mondo a parte. In basso mafia e mare, in alto vacanze e capre.

Nemmeno la crisi, la disoccupazione, i disastri naturali (naturali ‘stocazzo parecchi sono prevedibili, ma siamo in Italia!), riesce ad unirci. Ci puntiamo il dito contro l’un l’altro, con questa sorta di odio ancestrale, con radici nascoste ai tempi dei Ghibellini e dei Guelfi, o ancora prima.

Se adesso mi trovassi davanti Camillo Benso e Garibaldi, gli stringerei la mano e gli direi “Bel lavoro. Grazie.”

Ma alla fine, chissà.. Loro si immaginavano qualcosa di diverso.

Ma io continuo a pensare che se si fossero fatti una birra, invece di questo capolavoro, avrebbero fatto meglio.

In culo alla maggioranza.

lunedì 6 dicembre 2010

Un po' di spam, che ci sta bene

Letture consigliate:

Passate col rosso - Roberto Tumminelli
(Potete gustare una succosa anteprima qui: http://books.google.it/books?id=csNcQ8oikDwC&printsec=frontcover&dq=passate+col+rosso+roberto+tumminelli&source=bl&ots=tbzfIRPcQh&sig=t2YwA1L1pZwgRwW06-HnILIffL8&hl=it&ei=aPj8TMrkJ8nA8QOunNzzCw&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=3&sqi=2&ved=0CCYQ6AEwAg#v=onepage&q&f=false)

L'Orda: quando gli albanesi eravamo noi - Gian Antonio Stella (Si, quello che collabora con Travaglio e Gomez, e no, essendo protetto da copyright, su google libri n0n c'è. Ma potete trovarlo alla Feltrinelli, sezione Attualità)

mercoledì 1 dicembre 2010

Attualità

Nove anni e 4 mesi a Spaccarotella per l'omicidio del tifoso.
Scuola Diaz 2001: dei condannati, nessuno ha scontato un giorno di galera. Qualcuno è stato promosso.

"Spero che questo posto di merda bruci dalla Val d'Aosta alla Calabria, Arcipelagi compresi."
[Cit. me]

Ps. ITALIA: Ci siamo trasferiti due anni fa perchè pioveva in camera di mia madre. Nella nuova casa, piove in camera di mia madre. Hanno fatto dei lavori per riparare il tetto. Adesso piove anche in camera mia.